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                       Tramonto verso Est

 

Accesso

Per chi arriva a Cuneo con il treno e ha intenzione di continuare in autobus, Cuneo ed Entracque sono collegate dal servizio pubblico di linea extraurbana della Nuova Benese (tel. 0171 692929). I restanti otto chilometri che separano Entracque da San Giacomo dovranno invece probabilmente essere affrontati con mezzi di fortuna (l'associazione di esercenti di valle o l'Ente Parco durante talune stagioni provvedono ad un servizio di navetta, a prezzi convenzionati; per informazioni chiedere all'Ente Parco tel. 0171 97397).

Per chi viaggia col proprio mezzo, da Cuneo si procede per Borgo San Dalmazzo. All'uscita da Borgo, si imbocca la Valle Gesso, che si risale fino all'abitato di Valdieri, oltre il quale la direzione è quella di Entracque. Prima di giungervi, si svolta a destra, seguendo la strada per San Giacomo.

Su un piazzale a 1225 metri si affacciano le abitazioni di San Giacomo di Entracque, tra le quali la Baita monte Gelàs offre le possibilità di pernottamento, ristorazione, bar e panini da asporto. È presente anche un campeggio, "Sotto il faggio". L'auto si può lasciare nel piccolo posteggio libero prima del ponte, 1210 metri, oppure in quello a pagamento. D'estate la baita monte Gelàs gestisce la foresteria di San Giacomo, che dispone di 25 posti letto in camere da 2 e da 6 letti.

Itinerario di salita (tratto dal libro Rifugio Pagarì, storia ed itinerari, a cura dello scrivente).

A San Giacomo ha origine una rotabile asfaltata, con accesso permesso solo a piedi, che sale alle ex Palazzine di Caccia del re, 1250 metri (10 min.).

La rotabile passa in mezzo alle palazzine, ove diviene sterrata, per risalire il Vallone di Monte Colomb. Con ampi tornanti si giunge al Gias dell'Aiera, 1345 m (25 min.), ove si oltrepassa su ponte il torrente, che raccoglie le acque di diversi vallonetti.

Con larghe svolte, o con un paio di eventuali scorciatoie, si risale la costola che conduce al dosso di quota 1405 m (35 min.), ove termina il bosco e si lascia in alto alla propria sinistra una baita. Passato un piccolo rivo, si scende al verde pianoro di Prà del Rasour, 1395 m (40 min.).

Atraversato l'intero piano erboso, si giunge al Gias Sottano del Vei del Bouc, 1435 m (1 ora), con palina, ove sulla sinistra si trascura il sentiero che sale al Lago del Vei del Bouc. Qui termina anche la strada sterrata.

Di qui l'accesso ai cani non è consentito, neppure al guinzagio. L'ampio sentiero, che prosegue sulla destra, assume il nome di M13 e, attraversando il torrente su un ponticello in legno, si sposta sulla sinistra idrografica del vallone. Passando nei pressi del Gias Colomb, 1445 m, si riprende a salire, gradatamente; nei pressi di una palina, 1500 m (1 ora e 25 min.), si lascia sulla destra il sentiero che risale al Bivacco Moncalieri. Si prosegue poi fino al Rio Pantacreus, 1530 m (1 ora e 30 min.) ove si guada su pietre (o se necessario su ponticello in legno). Si prosegue in ambiente di pascolo in mezzo a grossi massi, innalzandosi progressivamente dal torrente Gesso, fino ad abbandonarlo definitivamente, nei pressi di una palina, 1555 m (1 ora e 35 min.): Gias del Peirabroc.

Qui si volge decisamente a destra, lasciando sulla sinistra una diramazione che prosegue sul fondo del vallone. Più in alto le ampie serpentine si fanno maggiormente serrate ed il sentiero è sorretto dai muretti in pietra a secco che superano un costone roccioso a quota 1770 m. La mulattiera si addentra in un boschetto e conduce ad un piccolo corso d'acqua sorgivo, il Rio del Gias Sottano del Muraion, 1820 m (2 ore e 15 min.). Risalendo il pendio di arbusti, si oltrepassa un altro piccolo corso d'acqua, spesso asciutto, il Rio della Cascata Azzurra, 1925 m (2 ore e 30 min.). Si punta ora in alto verso l'evidente muraglione a secco sul quale poggia il sentiero: è questo il Passo Sottano del Muraion, 2030 m (2 ore e 50 min.). Se si guarda dal passo del Muraion la cascata che il Rio della Cascata Azzurra genera poco verso valle del passo stesso, si può notare che dalle 9 alle 10 circa delle giornate di sole, in caso di copiosa acqua fluente dalla cascata, si percepisce un evidente arcobaleno per effetto della vaporizzazione; effetto che mi ha portato a soprannominare Rio della Cascata Azzurra questo rio finora senza nome.

Prà del Rasour

Oltre il Passo il vallone diventa ampio ed aperto, 2050 m. Si passa un corso d'acqua sorgivo, la Fontana dell'Asino, 2070 m (3 ore), e si perviene in breve ai resti del Gias Soprano del Muraion, 2105 m (3 ore e 10 min.), anche noto come Gias dell'Asino. Proseguendo, il sentiero passa un altro ramo d'acqua, il Rio Pagarì, 2175 m (3 ore e 15 min.) con acque non potabili. Un ultimo ramo d'acqua a quota 2235 m (3 ore e 35 min.), e ci si avvicina sempre più alla morena del Ghiacciaio del Peirabroc, sotto la quale si incontra il bivio di quota 2300 m (3 ore e 40 min.), segnalato da due paline ravicinate.

Trascurata ora a sinistra la traccia per il Lago Bianco o per il Colle dell'Agnel, si devia decisamente a destra. Si continua per serpentine, dapprima molto ampie, poi più fitte e più ripide. Il sentiero termina in prossimità di un grosso mucchio di pietre ben accatastate, sul quale è issato un imponente pennacchio.

A poche decine di metri, su un piccolo promontorio roccioso e dominato verso O dall'imponente parete N-E della Maledia, sorge il Rifugio Federici - Marchesini al Pagarì, 2627 m (4 ore e 45 min.;diff. E).

L'attrezzatura per una gita al Rifugio Pagarì.

  1. Nel caso piovesse, oltre ad una mantellina, è bene che nello zaino ogni cosa sia avvolta in sacchetti di plastica (possibilmente non rumorosi per non disturbare tutti la mattina...). Viceversa, nella speranza di trovare una bella giornata, servono borraccia, cappello, occhiali da sole, crema solare e burro cacao.

  2. Non serve il sacco a pelo, ma è obbligatorio portarsi un sacco lenzuolo in cotone leggero per isolarsi dalle coperte del rifugio per igiene.

  3. Vestiario a strati di cipolla per il giorno (così da potere facilmente aggiungere o togliere capi a seconda della temperatura); abbigliamento caldo e di poco peso per la sera (normalmente fredda se si vuole stare all'esterno a godersi il panorama o le stelle).

  4. Per la permanenza al rifugio (per quanti pernottano) sono vivamente raccomandati i tappi per le orecchie. Così anche una pila per la sera. Eventualmente anche dei sali minerali solubili per l'acqua da bere (ne esistono di buoni e poco costosi in alcune drogherie e supermercati, es la salitina). Sono a disposizione alcuni sandali da rifugio per chi non se li portasse (nelle camere da letto non si può accedere con gli scarponi).

  5. Infine, bastoncini per le gite molto lunghe, soprattutto per le lunghe discese.

  6. Ricordo come l'accesso al rifugio ai cani sia vietato, non solo in rifugio, ma nell'intero vallone, da quota 1450 in poi.

Altre possibilità di accesso (cenni):

  1. Dal posteggio di Pont du Countet (sopra Saint Grat) a nord di Belvédère, non lontano da Saint Martin Vésubie (lungo la Val Gordolasque, per il Ref. de Nice ed il Passo di Pagarì) 5 ore, diff. E.

  2. Dal posteggio sopra Castérino, non lontano da Saint Dalmas de Tende (lungo il Vallon de Valmasque, attraverso il Colle dell'Agnel) 5 ore e 10 min., diff. EE.

  3. Dalla Madone de Fenestre (attraverso il Pas du Mont Colomb, il Ref. de Nice ed il Passo di Pagarì) 5 ore e 30 min., diff. E.

  4. Dalla Baisse de Peyrafique per i Colli del Sabbione e dell'Agnel. Itinerario poco segnalato. 7 ore e 10 min., diff. EE.

 

                       

 

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